3.
Mi riprendo. Siamo sempre nella cantina, e davanti a me c’è il Cinese. Lui ancora non sembra essersi ripreso. Non indossa più la maschera, e a guardarlo la prima cosa che mi viene in mente è lui ad un festa di carnevale di un paio di anni fa. Quella volta si era vestito da neonato. E non era così diverso da come è conciato ora. Già perché adesso se ne sta seduto a terra, appoggiato al muro, con indosso solo una cuffietta di stoffa bianca e celeste in testa e un pannolone da adulto a coprirgli le parti intime. E in bocca ha quello che sembra proprio essere un ciuccio. Ha le mani e i piedi legati ed è privo di sensi.
Ci metto poco a capire che anche io non sto messo diversamente da lui: cuffia, pannolone, ciuccio, mani e piedi legati.
Sputo il ciuccio, provo a liberarmi e poi ad alzarmi, ma non mi riesce di fare nessuna delle due cose. Sono immobilizzato. La sensazione è continua a leggere…