1.
L’autobus è praticamente vuoto: c’è un signore, in piedi, che sta parlando col conducente, facendo proprio quello che il cartello sopra la sua testa vieta di fare; ci sono io; c’è una vecchia, che si è messa a sedere proprio nel sedile accanto al mio, e c’è un travestito dai capelli rossi.
Nonostante ci siano molti posti liberi, il travestito se ne sta in piedi, a poca distanza da me e dalla vecchia: indossa una giacchetta di pelle nera con sotto una magliettina bianca dalla cui scollatura fuoriescono due grossi seni a palloncino, una minigonna vertiginosa, calze a rete nere e continua a leggere…
incinta
Delfina
1.
Sotto un sole cocente ed alto nel cielo, Delfina arrancava su per la stradina che da Crocemarroggia portava a Perchia, due paesini umbri di poco più di quattro case.
Delfina non era sola. Con lei c’erano una sua compaesana, Fenisia, con la figlia, Rosa, di nemmeno otto anni. Tutte e tre tenevano in testa una brocca d’acqua: erano appena state alla fonte che si trovava proprio alla fine di quella strada che ora percorrevano a ritroso per tornare a casa.
Fenisia si stava lamentando del caldo terribile che in quei giorni di luglio funestava la terra, e non faceva che ripetere quanto desiderasse l’arrivo di un temporale che stemperasse un po’ l’aria, quando sentì il rumore di continua a leggere…