
“La ragazza della coppia chiede a lui di farsi un selfie. È l’unico dialogo che i due hanno avuto finora. Entrambi si sporgono un po’ sul tavolo, avvicinandosi. Sorridono e si fanno la foto facendo il segno della vittoria.
Ecco, questa è una cosa non ho mai capito, questa del segno della vittoria nelle foto che non vengono scattate da un podio di una qualsiasi gara o competizione. La home di Facebook, ad esempio, ne è invasa di foto del genere. Che ogni volta che ne vedo una mi chiedo: ma di preciso preciso, che cazzo avete vinto?
Appena fatta la foto, i due tornano seri, ognuno sul suo telefono.
Siate felici, giusto il tempo di un selfie. Che essere felici, lo abbiamo capito, è un’impresa difficile. Per cui va bene anche solo sembrarlo.”
Dopo un anno, sono tornato felicemente a scrivere su VERDE, con un inedito. Il racconto si chiama “Armadillo”. Parla di scambismo, di scritte sui muri lasciate a metà, di tossici di internet, di ravioli con spinaci e ricotta e tanto parmigiano grattato sopra, signore ubriache che parlano di tenori, di selfie e, soprattutto, di un armadillo tenuto in braccio da una ragazza bellissima dagli occhi verdi. Quello che avete letto sopra è un estratto, il racconto intero lo trovate qui (quattro o cinque scrollate e lo avete letto!) —–> http://bit.ly/29sPMTW
Illustrazione di Red Tweny, “A rope around the neck“
Ringrazio Pierluca D’Antuono per la revisione e per aver creato VERDE.
Adesso però non farci aspettare un altro anno 😉