E non ci resta che scoppiare a ridere a dirotto. E quando ci incontriamo fare finta di non vedersi e poi spararsi alle spalle
ma con l’amore necessario a fare passare la pallottola da una parte all’altra senza sfiorare nessun organo vitale.
V.B.
Stanotte ho sognato tuo padre. Tuo padre e il tuo cane. Eravamo nella parte alta della città. Io venivo dai giardinetti pubblici, quelli con gli ippocastani e con la fontanella coi pesci dove una volta, da bambino, ci caddi dentro.
Io venivo da lì, mentre tuo padre e il tuo cane venivano dalla parte opposta. Tuo padre m’ha salutato, mentre il tuo cane prima m’ha ringhiato, poi è tornato a fare i cazzi suoi annusando le pisciate a base di feromoni degli altri cani. Indifferente.
Tuo padre mi ha chiesto come stavo. Bene, ho detto, e tu? Bene, mi ha risposto.
Siamo rimasti un po’ in silenzio. Il tuo fantasma girava Continua a leggere